«Processato da Bagnasco perché poco ortodosso»

“il manifesto”
2 settembre 2009

Luca Kocci

Ha mantenuto il silenzio fino a ieri, ma ora che la notizia dell’apertura dell’inchiesta da parte della Congregazione vaticana per la Dottrina della Fede nei confronti dei 40 preti che avevano firmato l’appello “per la libertà sul fine-vita” è stata resa nota dall’agenzia Adista e dal Manifesto, don Paolo Farinella ha deciso di parlare, “per amore di verità e libertà”.

Biblista e parroco a Genova di Santa Maria Immacolata e San Torpete, don Farinella è uno dei firmatari del testo pubblicato da Micromega che ha messo in moto il procedimento dell’ex Sant’Uffizio. Lo scorso 7 agosto è stato convocato dal cardinal Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana ma anche arcivescovo di Genova, che ha prontamente obbedito alla richiesta della Congregazione per la Dottrina della Fede di richiamare all’ordine i preti che si erano espressi per la libertà di coscienza sul fine-vita, e quindi a favore di quel testamento biologico tanto inviso alle gerarchie ecclesiastiche e alla alla maggioranza di governo.

Un colloquio con il cardinale “durato quasi tre ore”, racconta don Farinella. “Bagnasco mi ha chiesto riservatezza sull’incontro, ma visto che ora parte dell’oggetto della nostra conversazione è stata resa nota me ne sento esonerato”.

Cosa le è stato rimproverato?

Il cardinale mi ha convocato e mi ha detto che la Congregazione per la Dottrina della Fede gli aveva inviato una lettera per verificare la mia ortodossia sulla questione dell’eutanasia, se cioè c’era corrispondenza fra il mio pensiero e la dottrina della Chiesa cattolica.

Come ha risposto a questi rilievi?

Ho detto che al momento non c’è una dottrina definita su questo tema, ma ci sono delle dichiarazioni del magistero ordinario che sono molto diverse fra loro: sul fine-vita la Congregazione per la Dottrina della Fede e alcuni rappresentanti della Curia vaticana dicono una cosa, ma il cardinal Martini e i vescovi tedeschi ne dicono altre.

Cioè?

La Conferenza episcopale tedesca, peraltro insieme alle Chiese evangeliche, ha approvato dieci anni fa un vero e proprio testamento biologico chiamato “Disposizioni anticipate del paziente cristiano”, in cui la scelta sulla libertà di cura è lasciata al malato, ai suoi familiari e ai medici. Insomma anche nelle gerarchie ci sono sensibilità diverse e c’è una Chiesa di base su posizioni completamente diverse da quella istituzionale. Non c’è una Chiesa monolitica con un’interpretazione univoca come invece la Congregazione per la Dottrina della Fede vorrebbe far credere.

Cosa pensa delle modalità di intervento della Congregazione per la Dottrina della Fede contro voi preti che avete firmato l’appello pubblicato da Micromega?

Le modalità sono ancora quelle del vecchio Sant’Uffizio. Avrebbero dovuto informarmi ed interpellarmi direttamente, in quanto l’inquisito sono io e mi ritengo in grado di pensare e di parlare con la mia testa. Invece hanno preferito scrivere al mio vescovo, secondo il metodo di parlare a scuocera perché nuora intenda. Inoltre non non perdono il vizio di isolare una frase dal contesto per poi imbastire un processo. E non mi pare che tutto questo possa chiamarsi rispetto della persona.

Il cardinal Bagnasco come ha reagito?

Devo dire che il nostro colloquio è stato tranquillo e libero. Mi è sembrato che non abbia dato eccessivo peso alla questione. Mi ha chiesto qualche documento scritto, che già gli ho consegnato, in modo che possa inviarli in Vaticano e chiudere così la questione. Francamente non credo che ci sarà una nuova caccia alle streghe. Poi se decideranno comunque di continuare il processo io sono pronto.

Fra qualche giorno alla Camera riprenderà il dibattito sul finevita, cosa pensi che succederà?

Non succederà nulla. Berlusconi e la sua maggioranza approveranno il testo già licenziato dal Senato, che prevede l’obbligo di idratazione e nutrizione e non contempla l’ipotesi del testamento biologico. Poi metteranno sul piatto il finanziamento alle scuole private cattoliche, bloccheranno la pillola Ru486, faranno qualche altra concessione alle gerarchie ecclesiastiche e anche le polemiche di questi giorni fra Vaticano, Cei, Avvenire e governo si risolveranno a tarallucci e vino.

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